Un giovane lampo di genio

Non siamo di fronte a un sogno, ad una impresa irrealizzabile o ad uno di qui buoni propositi che restano sulla carta senza essere mai messi in pratica. Ci sono progetti che grazie alla tenacia di chi li guida e all’aiuto sociale, diventano solide realtà e storie a lieto fine.

Questa non è la storia di uno scienziato o di un detentore di svariate e strane lauree, ma semplicemente l’idea di un ragazzo normale che non verrà più considerato tale ora che la sua iniziativa sta prendendo forma concretamente a livello internazionale.

Ripulire gli oceani: non più fantascienza, ma promettente realtà

Slat Boyan, un diciannovenne olandese, nel 2013 abbandona la sua carriera universitaria di ingegnere aerospaziale e si mette a capo del progetto da lui creato chiamato The Ocean Cleanup Array, che ha come obiettivo unico quello di pulire gli oceani dalla plastica presente nelle acque. La plastica infatti, data la sua resistenza e la non biodegradabilità, ha la capacità di resistere per anni inquinando e apportando gravi danni, uccidendo mammiferi e uccelli marini.

Questo metodo innovativo fa leva su una piattaforma a cui è collegata una grande barriera galleggiante lunga 100 metri e profonda solo 5, capace di catturare i detriti, anche quelli di piccoli dimensioni. Considerando che la plastica non tende ad andare molto in profondità ma a galleggiare pochi metri sotto il livello dell’acqua, le “reti” progettate da Boyan sono essenzialmente superficiali e non ostacolano la vita degli essere marini nei fondali.

Una volta catturata attraverso il moto delle correnti, la plastica viene canalizzata verso la piattaforma e poi filtrata e immagazzinata per il riciclo.

I risultati di questa brillante invenzione

Ogni anno più di 7 milioni di kg di plastica viene gettata nei nostri mari ed adesso finalmente pare si sia trovata una soluzione degna. L’area più inquinata è la Great Pacific Garbage Patch, ossia la grande chiazza di immondizia del pacifico che ospita quasi un terzo della plastica presente nei nostri mari per una dimensione pari a quella dell’Europa.

L’obiettivo è quello di raccogliere più di 7 milioni di tonnellate di plastica nel giro di cinque anni. Un’idea geniale a impatto zero che è riuscita a raccogliere i fondi necessari per la realizzazione (esattamente 2 milioni di dollari), attraverso una campagna di sensibilizzazione e crowdfunding.

Il progetto partirà dall’Asia e più precisamente in un tratto di mare al largo del Giappone e della Corea del Sud dove il problema dell’inquinamento ha proporzioni enormi. L’obiettivo che questo giovane si è prefissato è quello di pulire entro il 2020 gran parte dell’Oceano Pacifico coprendo in totale una superficie marina di oltre 100 km.

Sarebbe meglio prevenire che “curare” determinate situazioni, ma allo stato attuale, con già molti detriti gettati e dimenticati in mare, The Ocean Cleanup Array è pronto ad entrare in azione e a dare i suoi frutti fin da subito. Sta a noi aiutarlo nel raggiungimento del suo obiettivo che è un po’ l’obiettivo comune di tutta la società. Basterebbero piccoli gesti ed un po’ di accortezza in più, per rendere il lavoro di Boyan meno difficile e molto più veloce.