Sono in commercio da molti anni, ma fanno difficoltà ad imporsi. Sono le pile ricaricabili, batterie dalle caratteristiche identiche alle pile tradizionali, ma con la differenza non trascurabile che possono essere riutilizzate. Ebbene sì.
Utilizziamo le pile e quando si scaricano le togliamo dal dispositivo e le sostituiamo con nuove batterie. E le pile vecchie dove le mettiamo? Dopo avere girato per tutte le stanze della casa, dalla cucina alla sala fino alla camera da letto, arriva il momento in cui decidiamo finalmente di sbarazzarcene.
E qui inizia la parte che tanto ci costa in termini di fatica in quanto, come ben sappiamo, non possono essere gettate nel bidone dell’indifferenziato poichè necessitano di una destinazione ben precisa. A tal proposito in tutte le città o nei negozi di tecnologia troviamo appositi contenitori che raccolgono le pile non più utilizzabili al fine di procedere al loro corretto smaltimento.
Una soluzione: le batterie ricaricabili
Una soluzione al difficile smaltimento dei rifiuti di pile, è rappresentato dalle pile ricaricabili. Ciò che le differenzia dalle pile normali non è l’efficienza, ma la possibilità di riusarle dopo averle ricaricate. La crisi economica e la fine di un comportamento di spesa usa e getta, ha contribuito a creare un consumatore più attento non solo all’ambiente, ma anche al portafogli.
Le batterie ricaricabili più comuni in commercio sono quelle di dimensione AA dette anche pile stilo che ricalcano la tecnologia ricaricabile delle batterie presenti nei telefoni cellulari. Le possiamo trovare in molti dispositivi presenti nelle nostre case: dal telecomando alla sveglia, dalla radio alla torcia.
Quando ci apprestiamo a comprare delle batterie ricaricabili, è importante tener conto del numero di cicli di ricarica che le pile possono sopportare. Per ciclo di ricarica si intende l’uso di tutta l’alimentazione della batteria, dal momento in cui è carica, fino allo 0%. Un maggiore numero di cicli di ricarica comporta naturalmente un prezzo maggiore della batteria.
Le più efficienti, come quelle a marchio Panasonic o Duracell, possono assicurare oltre 3000 cicli di ricarica che rappresentano mediamente 24 mesi. Una volta scariche, possono poi essere ricaricate servendosi di caricatori alimentati da corrente elettrica.
Una volta sostenuta la spesa iniziale di batterie e caricatore, i vantaggi apportati dalle pile ricaricabili aa sono chiari sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello ambientale. L’investimento iniziale è facilmente ammortizzabile in poco tempo e non bisogna nemmeno perdere tempo o denaro per raggiungere ogni volta il negozio più vicino al momento del bisogno.
Batterie ricaricabili: una mano all’ambiente
Sotto il profilo ambientale è importante ricordare che le pile esauste sono rifiuti molto pericolosi e quindi una vera e propria minaccia per l’ambiente. La ragione sono i materiali altamente nocivi e tossici come il rame, lo zinco, ed il mercurio che sono presenti all’interno.
È un buon metodo di insegnamento per le generazioni future. È solo un esempio, ma è un caso concreto di come potersi abituare ad apprezzare una cosa a lungo, senza gettarla via come nulla fosse, una volta esaurito il suo compito. Un comportamento più consapevole che può mettere le basi all’affermazione definitiva delle batterie ricaricabili.